venerdì 23 dicembre 2011

Natale a Ulan Bator

Come tutte le citta' del mondo anche Ulan Bator si sta preparando al Natale. E lo fa a modo suo, con quell'atteggiamento che ho imparato appena a conoscere in questi giorni: freddo distaccato, indifferente. Come in tutte le altre citta' del mondo anche qui la gente compra, compra, compra: vestiti di lusso, megaschermi al plasma da 200.000 pollici, regali per gli altri. Lo State Department Store in Peace Avenue e' pieno di clienti fino a scoppiare, ma questo accade ogni giorno, non e' una novita', anche perche' fondamentalmente e' l'unico vero centro commerciale della citta' e quindi di tutto il paese. Quello che mi sorprende e' come faccia la gente - in un paese che e' al 25imo posto partendo dal basso nella classifica dei paesi piu' poveri - a spendere cosi' tanti soldi in beni di lusso. Vestiti e roba elettronica al National Department Store costano quanto in Europa, libri e giocattoli anche. I caffe', cappucini e dolci anche di piu'. Chi gli da i soldi al 25imo paese piu' povero del mondo per permettersi tutto questo lusso? Le giovani generazioni sembrano tutte nate con il SUV sotto il culo e Armani sulle spalle. Magari non parlano inglese, forse potrebbero risparmiare 20.000 Turgik per comprarsi un dizionario di inglese piuttosto che 40.000 in un ristorante di lusso, ma qua tutti sono presi dalla frenesia del lusso e dell'apparenza a discapito della sostanza. E il Natale quindi non fa altro che essere un motivo in piu' per spendere e farsi regali che potrebbero farseli in realta' in qualsiasi altro giorno dell'anno. E' il consumismo, la visione capitalistico-consumista di una festa che ormai non ha piu' niente di sacro. E non si puo' certo pretenderlo qui, nel paese di Gengis Khan, delle orde mongole, del buddismo e del confucianesimo, dove fino a neanche 10 anni fa il comunismo russo prima e di stampo cinese poi hanno fatto piazza pulita di qualsiasi altra ideologia o religione che non fosse l'obbedienza al partito. L'apertura alla democrazia dell'ultimo decennio - e quindi l'apertura al libero mercato - ha finalmente spazzato via le residue tradizioni di una citta' che era nata nomade e abitata da lama e buddha viventi fino a meno di un secolo fa. Come si puo' quindi pretendere che questi mongoli vivano lo spirito religioso del Natale? E' solo un'occasione per fare festa. Tra di loro ovviamente. Sono convinto che se anche oggi torno alla pasticceria dove sono solito passare i miei pomeriggi a leggere, scrivere e studiare, nessuno mi augurera' Buon Natale nonostante la scritta "Happy Christmas" sia l'unica parola che conoscano da queste parti e la si vede dappertutto, l'ho trovata persino appesa sopra la tazza di un cesso al Berlin Burger Fast Food. Perche' dovrebbero augurarmi Buon Natale? Cosa gli verrebbe in tasca ad augurarmelo? L'ultimo Natale positivo (o meglio: decente) che ho fatto in Asia fu nel 2005 a Qinhuangdao se non ricordo male e ci fu una meravigliosa festa a casa di uno dei nostri studenti. Un giorno postero'quelle foto e guardo se riesco a ritrovare gli scritti di quella sera. Come passa il tempo....e sembra che ogni anno il Natale in Asia sia destinato a diventare sempre peggio, perlomeno per me: nel 2007 a Kuala Lumpur ero col cantate dei Sil Khannaz, Jayie, con Rudy Karunguni, con il tipo degli Humiliation e diversa altra gente a mangiare a un Mama e a mezzanotte e dieci minuti siam andati tutti verso le nostre abitazioni... nel 2008 ero sempre a Kuala Lumpur e mio fratello si invento' una scusa per non avermi tra le scatole a Yanjiao, periferia di Pechino, rispedendomi in Italia con una scusa stupida. L'anno scorso, sempre in Cina, questa volta a Fuzhou, sempre mio fratello cerco' di farmi arrestare pochi giorni prima delle feste: io comunque ero gia' devastato dalla malaria e il Natale me lo son passato a Hong Kong senza sapere se avessi mai visto il nuovo anno, tra febbre altissima, sudori freddi, dolori muscolari, difficoltà respiratorie e zero lire in tasca. Quest'anno....Ulan Bator da solo. Mah....o vado a trovare l'insegnante svizzera su a.... a.... ? Porca miseria manco mi ricordo in che villaggio abita! Qui le distanze sono cosi' grandi che se uno sbaglia paese, per tornare indietro fino alla capitale, prendere un altro autobus e andare nella direzione giusta ci vogliono 3 giorni....magari entro capodanno azzecco il villaggio giusto per venire a scoprire che lei nel frattempo e' venuta a Ulan Bator a festeggiare.... Comunque il lato positivo e' che il tempo in questi ultimi due giorni sembra migliorato: ieri pomeriggio dietro il Gran Teatro Nazionale ho fatto una passeggiata sotto un sole caldo e un cielo di un azzurro mai visto prima d'ora. Sembrava primavera, non erano piu' di 15 gradi sottozero, e per circa 500 metri ho camminato anche senza giubbotto. Sigaretta in mano, zaino in spalla e via. A godermi quei 5 minuti di caldo quasi primaverile. La gente non credeva ai propri occhi.

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