lunedì 2 gennaio 2012

Il Grande Orso che dorme - Avventure in Transiberiana (pt. 4). Moskva - Ulan Ude 88 euro

La stazione del treno di Mosca riflette perfettamente le due anime di questo grande paese che e' la Russia: da una parte l'Europa, dall'altra l'Asia.
Sulle stazioni russe ci sarebbe da scrivere un trattato, tanto son curiose. Per cominciare la stazione di San Pietroburgo si chiama Moskovskyij e quella di Mosca si chiama Leningradskyij che era appunto il vecchio nome di San Pietroburgo durante il comunismo. Si intuisce immediatamente che i nomi delle stazioni altro non indicano che la destinazione dei treni. Dall'altro lato della piazza c'e' la stazione Kazanskyij, da dove prendero' il treno per la prossima, lunghissima tappa della durata di 5 giorni. Kazan e' una importrante citta' ai confini dell'Uzbekistan ma non penso che c'entri niente col grande regista Elia profugo in America anche se tutto e' possibile.

Non potrebbero esistere due posti, due mondi cosi diversi ed opposti come la Leningradskyij e la Kazanskyij. Seppure entrambe caratterizzate da un immenso salone centrale, quadrato, leggermente piu' interrato rispetto al resto della stazione, con biglietterie mastodontiche dove tutto e' marmo giallo e colonne d'alabastro, di qua' c'e' l'Europa, di la' c'e' l'Asia.
Alla Leningradskyij l'architettura comunista e' stata rimodernata e messa quasi al passo coi tempi, con tutta una miriade di negozi ai bordi di questo immenso salone. Negozi piccoli ma moderni dove si vende di tutto: libri sopratutto, cellulari, DVD e CD (anche se spesso sono i tipici prodotti russi: cioe' Mp3 buttati su CD, illegali in Italia) e poi ancora bar, ristoranti, sale giochi, c'e' persino una palestra. Senza strafare c'e' un'aria di modernita' che da' conforto anche se non si trova una insegna o una parola inglese neanche a pagarla oro.

Di la' invece, c'e' l'Asia con la sua poverta'. Il salone centrale e' brutto, freddo, deprimente, vuoto. Una indefinibile sensazione di tristezza mi prende di soprassalto. Non potrebbero esistere due mondi cosi' contrapposti, cosi' diversi in qualsiasi dettaglio, fino anche nel piu' piccolo. Rari chioschetti che vendono cibi di dubbia qualita', due baretti miserabili e niente di piu' sono i soli arredi di queste pareti umide e alte. Tutto e' dominato da un verde pallido da ospedale militare e i muri spogli rendono il senso di squallore ancor piu' opprimente. La dove pochi marmi adornano i due baretti, sono i tavoli e le sedie - bruttissimi, squadrati e funzionali come negli anni '60 - ad avere questo colore smorto che incombe su tutto. Il comunismo nella grande stazione Kazanskyij non sembra mai essersi tolto di torno.

Nel piazzale interno, aperto che da' sui binari i 5 o 6 chioschetti sono tutti gestiti da kazaki o uzbeki nei loro costumi tradizionali: copricapi e gilet bordo' riccamente ricamati in oro. Le facce sono patibolari e tristi e il cibo che vendono, polli fritti o prosciutti di chissa' cosa non invitano certo a farsi una mangiata. Non un McDonalds o una pizzeria italiana come nell'altra stazione ma solo Asia. Tutto qui e' gia' impregnato dell'odore di Asia, gli stessi odori che si sentono nelle stazioni cinesi, difficili da descrivere. Odore di poverta', di spezie, di valigie di cartone e vestiti sporchi. Fumo e colonne di vapore dai grill uzbeki come a Gorakhpur o a Huainan.

Sul treno da San Pietroburgo mi sentivo a mio agio tra gente normalissima e ben vestita, tranquilla, apatica in una terza classe che mi sembrava gia' un lusso per me.
Qua il treno per Ulan Ude gia' appare povero, dimesso come i suoi passeggeri.

Mi sorprende che non ci sia nessuna siberiana o mongola, solo volti stanchi e tristi di anonimi abitanti delle steppe vestiti come 40 anni fa.

Sorpresa! La controllora della mia carrozza numero 15 e' siberiana, dal volto carnosissimo e pieno, nasino piccolissimo e all'insu' come Irene a Kuala Lumpur. Una ventata di erotismo purissimo in uniforme grigio verde. La sua shapka di volpe nera in testa la rende ancor piu' graziosa.
Mi guarda, la guardo, mi sorride, le sorrido. Mi parla e non capisco niente di quel che dice....

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