martedì 24 gennaio 2012

Vita quotidiana a Hohot - Fratelli, amici e supermercati

Quando una citta' di quasi 4 milioni di abitanti ti offre come unico diversivo alla noia il fare la spesa al supermercato, allora piano piano cominci ad apprezzare le piccole cose di cui sono fatte le grandi citta' cinesi.

Se qua gli agglomerati urbani sono immensi - ho contato almeno una ventina di citta' in Cina con oltre un milione d'abitanti mai sentite nominare prima - in compenso la dimensione della vita quotidiana e' estremamente piccola. Ogni strada diventa una citta' nella citta' visto che in ogni strada si trova di tutto: dai supermercati ai ristoranti da poveracci o extralusso, panetterie e macellerie, meccanici, negozi di vestiti, tabaccherie/enoteche, parrucchieri/bordelli, massaggiatori/bordelli e bordelli/bordelli.
Visto che tutte le strade sono cosi' senza grosse differenze - a parte certe aree della citta' dove magari ci sono solo uffici e banche e nessun negozio - allora quella strada comincia a diventare il tuo piccolo mondo. E piu' guardi nel piccolo e piu' scopri tante cosine carine.

I soliti vecchini che giocano a ma-jong ogni tardo pomeriggio: col berretto di feltro imbottito e i cappottoni mongoli tradizionali col risvolto in basso, in piedi davanti ad un basso ciocco di legno che regge una scacchiera consumatissima e pedine giganti in legno ancor piu' consumate...sempre loro, compagni di giochi e risate da chissa' quanti anni.

Le puttane mongole sedute sui divani dietro le vetrine dei bordelli....belle e sorridenti, mi salutavano sempre. Ma non penso per amicizia...o forse si, chissa'...magari anche una chiacchierata gli avrebbe fatto piacere. A Wenzhou nel 2004 mi accorsi di quanto ero ingenuo, pensavo fosse una parrucchiera ed invece era solo una venditrice di passioni....ma ho fatto una delle chiacchierate piu' lunghe, belle, drammatiche e profonde della mia vita. Mi ricordo le sue lacrime e l'insistenza della sua collega di fare cio' che ogni uomo viene a fare in questi posti: io che rifiutavo e la mia piccola amica che mi stringeva la mano e mi diceva grazie......
chissa', forse anche in queste belle puttane mongole c'e' quell'umanita' sensibile e aggraziata che si trova solo in Cina, difficile da descrivere, tanto semplice quanto profonda e incontestabile.

La ragazza del Leeco - supermercato aperto 24 ore - che mi offre un pezzo di giornale perche' non vuole che mi sporchi i pantaloni seduto sul marciapiede a bermi una Red Bull.

La nonnina simpaticissima al supermercato che dopo una lezione di cinese su tutti i cibi comprati si offre di portarmi lei il sacco della spesa....avra' avuto 90 anni ed era di una simpatia incredibile, come tutte le persone anziane cinesi.

La commessa piccolina piccolina che mi veniva sempre a chiacchierare e si nascondeva dietro le casse di yogurt per farmi una sorpresa e il guardiano sempre incazzato che pero' si prendeva cura dei miei biscottini comprati da un'altra parte.

Il venditore di sigarette che passa la sua vita a dormicchiare sulla sdraio dentro il negozio e il suo figlioletto occhialuto un po' timidino che facevano sempre un sacco di domande

Il vecchietto alla fermata dell'autobus che con occhi sgranati si raccomandava che prendessi il 2 e non sbagliassi strada, dopo mezz'ora che era stato a spiegarmi come andare in centro....

Umanita' piccola eppure dotata di una dolcezza infinita, tanto piu' bella quanto piu' e' avanzata l'eta'.
Piccole storie di gente semplice che vive da sempre nel solito modo sempre uguale...passano i giorni, le settimane, i mesi, gli anni, le vite e nuove vite nasceranno ancora eppure sembra che tutti vivano sempre cosi' dall'alba dei tempi......

poveri diavoli la mattina che tirano fuori una cassa di ferro, una mola, due pinze, un martello, due camere d'aria e aprono la loro officina di riparazione biciclette agli angoli delle strade....belle immagini di mani indaffarate e donnine che portano il loro mezzo a farselo rigonfiare o a cambiare il campanello.

Con Filippo e Lucio ci divertivamo a montare sugli autobus e fare casino, perche' sapevamo che la gente rideva. Magari i cinesi non sono molto espansivi ne' tantomeno si divertono a fare scherzi o spettacolo in luogo pubblico, pero' sapevamo che ci guardavano e ci faceva piacere farli ridere di nascosto. Gli davamo un qualcosina di bello e di nuovo da ricordare, in queste loro giornate sempre uguali.

Tibet Cafe' con immagini del Nepal. Mongolian Bar con cantanti che mi dedicano una canzone degli Hurd, famoso gruppo metal. Ovviamente la canzone parla di quanto e' bella e grande la Mongolia....

Giornate passate a non fare un cazzo o semplicemente prendendo l'autobus per andare in centro al negozio di DVD e tornare indietro....eppure il tempo passava velocemente e i giorni si susseguivano a ritmo continuo.

Una bella palazzina a tre piani con cornicioni esterni nascosta in una corte: dentro una infinita' di negozietti di antiquariato in ogni angolo possibile ed immaginabile. E' incredibile come i cinesi riescano a riempire ogni spazio: in questa palazzina di 3 piani circondata da unl'altra palazzina con camminatoi ad ogni piano, ci saranno stati 100 negozi.....sotto le scale, lungo le scale, negli anfratti....questi mercatini sono eccezionali, non solo per quello che vi si puo' trovare ma proprio per la loro struttura stessa: con le corti interne sulle quali si affacciano innumerevoli negozietti, con il loro odore di muffa e di Cina, coi loro labirinti misteriosi pieni di sputi, catarri e sudicio per terra.....come le corti nascoste di Kathmandu anche queste palazzine - sempre meno, sempre piu' nascoste: ne ricordo una meravigliosamente indescrivibile a Bozhou, Anhui nel 2004 - sono entrate verso mondi magici in cui vorresti perderti sempre.

Quest'anno nessun problema col mio fratello stranamente...anzi alla fine mi aveva anche chiesto di rimanere li con lui un altro paio di settimane visto che Lucio, il suo coinquilino mongolo bravo e buono se ne tornava al paesello per le vacanze del capodanno cinese.
Incredibile....e si che mi piaceva dormire su quel grosso divano rosso e godere di quella bella casa accogliente come sono tutte le case moderne cinesi: salone amplissimo arredato in modo spartano con una poltrona e due divani, un tavolino basso in vetro, due grossi cuscini su cui sedersi davanti al tavolino del computer, un megatvschermo, una finestra amplissima che irradia tutta la luce possibile dall'estreno. Negli appartamenti cinesi moderni si sta da Dio, tutto e' pulito e confortevole: la cucina ampia, le camere da letto tutte arredate in legno....e le luci ai vari piani del palazzo che si accendono solo sbattendo i piedi per terra.......
visti da fuori i palazzi cinesi variano tra l'orribile, il deprimente e l'alienante ma poi una volta attraversato il portone del palazzo e assorbito il primo impatto visivo con l'ambiente in generale, le scale brutte e sporche in realta' portano ad appartamenti deliziosi in cui uno vorrebbe viverci tutta la vita, veramente.

Si, quei giorni semplici fatti di niente a Hohot gia' mi mancano......e le ragazzine sorridevano veramente e venivano a chiacchierare. Questa e' la Cina che amo, tra tutti i difetti, le censure, gli scaracchi e i problemi che puo' avere, mi sembra un paradiso in confronto a questo schifo di citta' e di gente che e' Ulan Bator

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