lunedì 2 gennaio 2012

Il Grande Orso che dorme - Avventure in Transiberiana (pt. 6). Amori, sogni, miserie e Adolf Hitler sul treno

Eccola la Russia povera, il vecchiume comunista su questo treno: nei corridoi e nelle cabine facce tristi si riempiono di vodka, birra, chiacchiere stanche e strascicate.

Tra una parola e l'altra, tra una sorsata e l'altra passa lunghissimo tempo.
Forse sono questi spazi immensi, infiniti che dilatano all'infinito anche le pause, le cose non dette.

I russi non mi paiono cattivi, mi sembrano solamente tanto soli, inghiottiti da questa loro terra che sembra non avere mai fine, sempre uguale a se' stessa per giorni e giorni ogni qual volta lo sguardo vuole posarsi su qualcosa. Un tipo e' gia' passato in su e giu 4 volte con una bottiglia di plastica piena di birra: la quantita' e' sempre la stessa.

Un'altra fermata, Kirov, sulle banchine decine di persone che vendono cianfrusaglie ai passeggeri: padelle, sigarette, guanti, castori impagliati.

Katia si e' di nuovo messa l'uniforme: e' tempo di scendere e scrostare via il ghiaccio dai freni e dalle tubature sotto la carrozza. Con una lunga picca d'acciaio batte con forza sul ferro, suda, ansima, non si ferma un'attimo, poi passa dall'altra parte e ripete l'operazione. Ogni volta, ogni fermata e' sempre cosi'.

E' una vita dura eppure ha sempre un sorriso dolce quando si toglie il pesante cappotto. La ammiro e non posso fare a meno di pensare a lei.



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Sono indeciso gia' adesso ancor prima di arrivare. Sto gia' pensando ad andarmene via dalla Mongolia, al come, dove, quando.
Pensavo: dato che saro' in Mongolia potrei anche andare in quella Interna, in Cina, a trovare Filippo. Avrei da parlargli e lui c'avrebbe un po' di DVD che dovrei riportare a casa in Italia.
I motivi quindi ci sarebbero, anche se sono stupidi come al solito. Pero'...chissa'...non e' neanche escluso che possa trovare un lavoro da quelle parti. Lui vorrebbe andare nel Nord-Est della provincia, dai Buriati ed io potrei sostituirlo all'Universita' dove insegna adesso. Fantasie? Ma l'idea di andare a trovarlo, visto che ormai e' li a 2000 km non e' male. Dopo aver attraversato la Russia da parte a parte mi sembra sciocco non fargli una visitina. Senno' e' come quello che arriva a Mestre per vedere Venezia, arriva li, si rompe i coglioni e torna indietro.
Ci sarebbe il visto da fare, un ulteriore viaggio in avanti ed altri soldini che partono ma Natale e' vicino anche se, per tradizione l'idea di passarlo con lui si e' sempre rivelata funesta. Rispedito a casa nel 2008 dalla Malesia, fatto arrestare nel 2010 a Fuzhou...quest'anno dice che non ci sono problemi ma anche il proverbio dice che non c'e' 2 senza 3....


Comunque, se dovessi andare in Cina - quando non so, dipende dalla Mongolia se mi piace, se non mi piace, se a casa va tutto bene - poi il problema sara' come ritornare in Italia prima o poi. Non ne ho voglia ma ci sono alcuni motivi che mi costringono a farlo.
Innanzitutto a Febbraio dovrei presentare la domanda di disoccupazione anche se penso di fare tutto online o di delegare il mio babbo: 3000 euro regalati fanno sempre comodo, soprattutto da queste parti; poi, ovviamente non posso girare il mondo per mesi spendendo tutti i soldi che ho. Oddio, grossissimi problemi economici per fortuna non ci sono - relativamente perche' 15.000 euro in banca a 36 anni che cazzo sono? - il fatto e' che se torno in Italia non ho un lavoro a parte quello estivo alla Nazione.

Stavo pensando di tornare in Tibet e poi fermarmi per tutta la primavera in Nepal dai miei amici di Mahabouda che mi troverebbero un alloggio a 1 euro al giorno. Il viaggio sarebbe tutto via treno e autobus, diciamo da Xi'an a Chengdu e da li via Lhasa e poi Kathmandu per poi riprendere la strada del ritorno seguendo il percorso inverso che feci l'anno scorso, attraverso India, Pakistan, Iran, Turchia e Grecia. D'altra parte in Turchia dovrei fermarmi a comprare i 2 DVD di Zagor e i 4 con le avventure di Karaoglan. Makis quest'anno non potra' ospitarmi a Xanthi perche' e' a fare il militare a Salonicco ma almeno a Istambul conto di alloggiare all'ostello dietro Sultanhamet dove ormai sono di casa. Di quei periodi dovrei avere anche qualche sconticino, magari.




Il problema non e' trovare una ragione nella vita. La mia vita e' viaggiare, me lo avevano letto nel destino gia' tanti, tanti anni fa: il problema e' sapere quale strada prendere tra le tante che offre questo grande, immenso mondo.



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La prima notte sulla Transiberiana dei poveri sta per concludersi. Tra tre giorni ne mancheranno solo due sempreche' Katia non mi inviti a casa sua, arrivati a Ulan Ude.
Per ora ci guardiamo e sorridiamo.



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Sera del secondo giorno. Siamo appena ripartiti da Ekaterinenburg, la citta' dove i comunisti hanno fucilato l'ultimo Zar di Russia, Nicola II, con tutta la sua famiglia. Siamo esattamente sugli Urali, abbiamo lasciato l'Europa e ufficialmente entriamo in Asia anche se a me pare che gia' c'eravamo fin da quando siamo montati alla stazione Kazanskyij.

Sosta lunga che mi ha permesso di uscire dalla carrozza per andare a comprare qualcosa da mangiare e altre volutta': un po' di pane, prosciutto di non so cosa, una boccia di gassata, cioccolata, 2 pacchi di spaghetti istantanei, sigarette.

Per essere in cima agli Urali, il tempo e' incredibilmente caldo, decisamente sopra lo zero. Se da un lato la cosa mi fa piacere, dall'altro sono un po' preoccupato perche' non ho avuto ancora occasione di acclimatarmi al freddo, di abituarmi a temperature via via sempre piu' basse. Anche a Helsinki tutti notavano che questo inverno era insolitamente caldo.

Da qui a Ulan Ude altre 4 lunghe soste in citta' mitiche: Novosibirsk, Krasnoyarsk, Zima (che significa "Inverno", nome decisamente appropriato), Irkutsk spalmate nei prossimi 3 giorni. Mi dispiace solo che a Irkutsk ci arriviamo di sera e quindi non potro' godere della splendida vista del Lago Bajkal che tutti dicono essere una delle piu' belle meraviglie del mondo. La colpa e' mia che non ho tenuto conto di questo dettaglio. Potrei sempre ritornare indietro da Ulan-Ude, alla fine sono solo 7 ore di viaggio.

E comunque qui godo della vista di Katia/Ekaterina, bellissima siberiana in uniforme anche se lei sembra non piu' cosi' interessata come all'inizio.
Il primo colpo ieri notte da soli davanti al cesso e' andato a vuoto, son troppo timido, forse lei si aspettava un assalto vero e proprio alla quale son convinto non avrebbe detto di no.
Da allora, benche' abbia dormito nella sua cabina privata per tutto il pomeriggio e sostituita dalla sua antipaticissima collega, una bionda sempre arcigna e incazzata, qualcosa sembra essere cambiato. L'ho fatta ridere quando si e' svegliata, ma qualcosa sembra essere cambiato.



Il mio compagno di viaggio e' li sempre solo. Io dormo sul letto sopra, vicino al finestrino, lui su quello sotto. Sembra il Foggiano, stessa barbetta bionda incolta, stessi occhi color grigio spento. Non dice una sola parola ma mi ha sempre aiutato fin dall'inizio: prima a sistemare le valigie, poi a fare il letto, poi a comprare da mangiare alla fermata di nonmiricordoilnome, Omsk forse. Offre sempre da mangiare ma non apre bocca. Sorride, probabilmente non sa una parola di inglese e anche col russo penso che usi il contagocce. E' bravo ma ignoro quale sia la sua destinazione e i suoi motivi.



A Novosibirsk sono salite tantissime persone: per una lunga tratta la carrozza si era quasi tutta svuotata e tutto era silenzio: potevo sedermi dove volevo e mi piaceva sedermi al tavolino in fondo alla carrozza, a scrivere e osservare il panorama di questa Siberia fatta solo di una infinita fila di alberi neri, tetri, sempre uguali.

Adesso e' di nuovo pieno come un uovo: ci sono persino dei ridicolissimi palloncini gialli che sorridono davanti a me portati da una tipa che fa parte di questo gruppo di scalmanati.
Ragazze russe in calzamaglia trasparente mi attirano lo sguardo: sono cosi' incredibilmente erotiche nei loro corpi fasciati di niente.
Una di loro, praticamente solo in mutande e' venuta a fumare una sigaretta li dove ero io, tra carrozza e carrozza. E' simpatica e carina, con un culo immenso e sodo.
Nel linguaggio dei gesti abbiamo fatto conoscenza, tutto condito da una serie di "Da, da, da" e "Niet, niet, niet" e tante risate.
Un'altra, nel letto di fronte avra' forse 17 anni, con un culo a forma di pesca coperto solo da una calzamaglia grigia bucherellata. Una biondona piu' avanti ha due puppe immense senza reggiseno e la sua T-shirt bianca non nasconde assolutamente niente. Sto impazzendo ma cerco di resistere pensando solo a Katia, la bella siberiana in uniforme ed al modo di riconquistare il suo sorriso.

Ah, c'e' anche un altro tipo che viaggia assieme a questo strampalato gruppo di russi montati su a Ekaterinenburg. Mi sembra di conoscerlo: ha i baffetti alla Charlie Chaplin e la divisa dei capelli su un lato, mento un po' a punta. Forse l'ho visto in Germania una settantina di anni fa....



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