venerdì 27 gennaio 2012

viaggiatori e turisti

Non penso di dire niente di nuovo ne' tantomeno di disvelare chissa' quale imprescindibile verita' quando dico che tra un turista ed un viaggiatore esiste la stessa differenza tra la mia nonna che va in bicicletta a fare la spesa e Mark Cavendish che vince il Tour con crono da 55 all'ora di media dopo migliaia di kilometri percorsi. Sono due mondi, due approcci completamente diversi nei confronti di un paese - o piu' paesi, citta', luoghi interessanti - che si visitano.
Un turista spesso e' una figura sciocca e priva di quella profondita' di visione che e' necessaria per osservare piu' da vicino un popolo. Un viaggiatore e' alla fine come un giornalista o un esploratore dei vecchi tempi: osserva, indaga, si fa domande. E spesso evita accuratamente tutto l'apparato organizzativo che sta dietro l'industria del turismo per andarsi a cercare da solo le cose veramente interessanti: che sono quelle quasi mai riportate dalle guide turistiche.

Odio il turismo, apprezzo il viaggio. Su questo non ho il minimo dubbio. Dopo 8 anni di esplorazione non penso di aver visto le cose piu' interessanti e famose ne' della Cina ne' della Mongolia o del Nepal o del Tibet o della Thailandia o di chissa' quale altro paese. Se l'ho fatto, l'ho fatto controvoglia, di sfuggita e quasi mai di mia libera scelta. Quasi sempre ne son rimasto deluso. Ma in compenso ho scoperto angoli di mondo inesplorati e sconosciuti agli occhi degli stranieri, realta' forse anche brutte e poco attraenti, posti dove nessuno ha mai visto un occidentale o luoghi dove un occidentale non ci vorrebbe mai mettere piede.

In 8 anni di Cina ho visto una sola volta la Grande Muraglia e la Citta' Proibita, l'esercito di terracotta di Xi'an ancora mi manca cosi' come il Palazzo di Primavera o il mausoleo di Mao. Sono sempre li, da secoli e non scompariranno di certo.
"La prossima volta andro' " mi dico sempre....non c'e' fretta.
La fretta invece c'e' nel vedere quelle piccole realta' locali, tradizionali che rischiano di scomparire presto sotto i colpi del capitalismo che avanza e del nuovo che rimpiazza.

La prima volta nel 2004 a Gulou Dongdajie, la bella strada che dalla metro di Dongzhimen porta diritta alla Drum Tower e ai laghi che accarezzano il Palazzo d'Estate a Pechino, c'erano tanti bei vicolini pieni di Hutong, le classiche corti tradizionali contornate da bassi muri stondati dove vivevano un tempo anche fino a 15/20 famiglie tutte insieme. Pechino un tempo era tutta cosi' e c'erano 3 cinta murarie diverse che attorniavano e difendevano la citta'.

Ogni anno che passa un vicolo e le sue hutong scompaiono per far posto a nuovi centri commerciali. Ogni anno sempre meno sono i luoghi nascosti della citta' dove cercare questi sapori ed odori di Cina antica: sempre piu' al posto delle famiglie povere si sostituiscono nuovi imprenditori che trasformano le poche corti rimaste in nuovi pub alla moda, con musica rock&blues e letteratura americana per far passare un piacevole tardo pomeriggio ai sempre piu' numerosi stranieri. Le famiglie che un tempo vivevano in comune in queste corti, che appendevano i panni tutti insieme nello spiazzo centrale, che cucinavano insieme e giocavano a majong insieme, ammirando la luna e contemplando il dolce canto dei grilli nelle sere di primavera ormai sono state spinte tutte ad abitare in enormi, grigi, inquietanti palazzoni tutti uguali dove vivono fino a 25.000 persone per blocco. Oppure sono stati costretti a costruirsi una miserabile baracca nella periferia sempre piu' emarginata della citta', spostandosi sempre piu' lontano ogni volta che un nuovo cantiere apre.
Le tre cinte murarie onore e bellezza della citta' ormai sono un ricordo passato, i giovani neanche sanno della loro esistenza.

Lo stesso a Ulaanbaatar: le yurte sono sempre piu' lontane dal centro e dei 1200 templi ne rimane solamente uno, trasformato in un tristissimo quanto spoglio museo che raccoglie il niente: un cappello a punta, una borraccia e una sella per ricordare i guerrieri di Gengis Khan. Tutti i 700 anni di mezzo tra questo pazzo assassino e il mondo di oggi semplicemente sono stati rimossi dalla memoria collettiva, non sono mai esistiti.

Ma il turista viene a Ulaanbaatar per avere la vacanza dei sogni: soggiorno ad una UB Guesthouse qualsiasi dove i sorrisi e le frasi di benvenuto sono sempre uguali a se stessi per ogni nuovo arrivato ed organizzazione perfetta e standardizzata dell'esperienza dei propri sogni: la macchina viene a prenderti la mattina, ti porta al parco nazionale a vedere la statua piu' grande del mondo (indovinate chi siede sul cavallo...e' facile...), per provare l'emozione del falco addestrato che si viene a posare sul tuo braccio, per vedere due cammelli spelacchiati e infine passare una meravigliosa notte in una yurta dove il contadino ti sta' gia' aspettando, ti lascia due ciocchi di legno per la notte e se ne va via senza neanche chiederti come ti chiami o da dove vieni. La mattina dopo la macchina della guesthouse ti riporta in citta' e i sorrisi dei turisti americani raccontano di una esperienza ai limiti della favola...la Mongolia e' il paese piu' bello del mondo. Dopo 3 giorni l'aereo li porta a Pechino a vedere la Grande Muraglia nel posto piu' affollato, brutto, inquinato, caotico, commerciale di tutto il paese, una guida ti fa esplorare le 100 sale su 3000 aperte al pubblico della Citta' Proibita, ti fa vedere per pochi minuti la tomba di Mao Tse Tung raccontandoti una versione storica che cambia ogni volta che una nuova corrente del Partito Comunista prende il potere e decide di riscrivere i libri di storia e con una spesa che merita sicuramente un piccolo sacrificio ti portano persino a vedere la cava vicino a Xi'an dove migliaia di soldati di terracotta se ne stanno li indifferenti e infastiditi dai milioni di flash di questi poveri gonzi, sempre meno guerrieri e sempre piu' stracotti turisti.

Una notte in una yurta da solo in compagnia solo dei pochi ciocchi di legno - sempre la solita' quantita' per ogni turista - mentre il contadino nella tenda accanto si fa i cazzi sua fregandosene totalmente del nuovo arrivato ti costa solo 80 euro a notte....se poi vuoi cavalcare su un cavallo bolso e ammaestrato sganci qualcos'altro in piu'....cosa ci vuole?

Ecco....tutto questo mi fa rabbia. L'industria del turismo mi fa rabbia. I locali dove ogni turista va perche' la Lonely Planet dice che li si incontrano tutti gli altri stranieri mi fa rabbia: andate all'Amsterdam Cafe' di Ulan Bator e vedrete che le cameriere sanno addirittura dire "grazie" e "arrivederci" perche' l'industria del turismo le ha obbligate a questa forma di gentilezza inconcepibile per un mongolo standard. Andate al Gran Khan Pub e vedrete birre a prezzi europei servite da cameriere che parlano texano e offrono sorrisi di quinta mano ad ogni nuovo straniero, gli stessi sorrisi identici e le stesse domande ripetute il giorno prima a un qualsiasi altro tedesco o francese venuto li.

No.....questo non e' il viaggio come lo intendo io.
Chi ha mai sentito parlare di Bozhou o di Huainan fuori dalla Cina? O chi ha mai osato andare a Qiqihaer, nord della Cina al confine tra Russia e Mongolia sobbarcandosi 16 ore di treno giusto per stare qualche giorno con una poverissima ragazza cinese che non sa una parola di inglese e che ha come cesso un buco nel pavimento? E chi sa che a Baoding c'e' una bella statua della Madonna con gli occhi alla cinese dietro la chiesa cristiana di San Pietro e Paolo? Nessuno perche' nessuno ha interesse ad andare in questi posti marginali, inculati e sperduti, poveri, sucidi, dove si cammina letteralmente sulla spazzatura e dove vedi solo miseria, arretratezza, gente vestita male e dalle mani sempre nere, che sembrano uscite piu' da un film postnucleare che da "L'ultimo imperatore" di Bertolucci....

eppure se vuoi vedere veramente la Cina ci devi passare da questi posti come da migliaia di altri: basta uscire fuori da Pechino, da Shangai o da Canton per accorgersi che esiste un mondo totalmente diverso, piu' semplice e vero, forse meno attraente per chi vuole cercare solo pub e sesso con le nuove figliolette del benessere economico...non trovi saune piene di manager che parlano inglese perfetto o non trovi circoli culturali dove la creme-de-la-creme locale e internazionale si riunisce per parlare di iniziative culturali promosse da questa o quell'ambasciata, non hai occasione di sfoggiare la tua pelliccia nuova con tanto di nuovo Iphone incluso o men che mai di passare serate di sesso infuocato con le studentesse 18enni che hanno gia' programmato i loro prossimi anni di studio in una esclusiva universita' della California........
ma a Bozhou trovi una palazzina intricatissima e labirintica con motociclette russe degli anni '60 al quarto piano e ti chiedi come cavolo sono riusciti a portarle fin lassu'....trovi il sorriso dolcissimo e timido di una ragazzina sporca che vende schede di memoria false o cucina il Chou Tou Fu, il tou fu piu' puzzolente e insopportabile del mondo ma buono per la digestione e lo stomaco....trovi un miserabile negozio di fotografia che vende incredibili gioiellini sovietici capitati li chissa' dove e il proprietario ti mostra la foto dell'unico altro straniero che abbia mai visto in tutta la sua vita: Mike, un colosso negro con baffoni e capelli alla Jackson Five capitato li per caso nel 1979.

A Qiqihaer non trovi certo la ragazzina del college troia che ascolta rap e hip hop nei locali piu' in della citta' e che ogni notte si colleziona un cazzo diverso da un paese diverso ma in compenso trovi l'amore dolcissimo e generoso di Su Juan, povera ragazzina che non conosce neanche i numeri in inglese e che ogni giorno lotta, soffre e si sbatte 16 ore nel suo miserabile negozietto di vestiti nel miserabile sottopassaggio della miserabile piazza della citta'...ma che in compenso ti ospita e ti cucina, ti compra la frutta e te la passa in bocca chiedendoti di raccontarte come e' Pechino e cosa c'e' fuori dalla Cina, mettendoti la coperta sudicia addosso per non farti sentire freddo in quell'unica stanza spoglia e umida dove vive, dove i vetri della cucina sono incrostati di olio e fanghiglia e il cesso e' un semplice bussolotto infilato in un buco per terra mentre ti chiede se anche in Italia le case sono tutte cosi' o sono piu' brutte...

E il capodanno piu' bello e' stato in una miserabilissima fattoria di contadini scurreggioni e scatarrosi nel bel mezzo del niente gelato della Manciuria nordoccidentale vicino al confine russo/mongolo con una miserabile tv in bianco e nero e coperte dell'esercito russo che hanno accumulato anni e anni di odori e piccoli abitanti....in compagnia della mia dolce Su Juan che ti stringe la mano e ti dice che appena ha i soldi verra' a trovarti laggiu' a Qinhuangdao un giorno, ma dovra' lavorare tanto per permettersi questa trasferta nella provincia accanto........

E la yurta dove sono stato l'altro giorno con Rolland, un olandese che ha capito tutto e vive libero, e' stata il luogo piu' bello del mondo, la mia Mongolia piu' indimenticabile: per 5 euro di benzina abbiamo vissuto a contatto vero con la gente, cenato col contadino ultrasettantenne che parlava della sua cagnolina che ha fatto la cucciolata e sorrideva commosso quando ci mostrava tutti i piccoli cucciolini, uno per uno. Ci raccontava che qualche giorno fa aveva visto la volpe e lui l'ha affrontata con un bastone per allontanarla dalle galline, ci raccontava che il cammello ha problemi a una gamba ed ha dovuto fare un viaggio di due giorni e due notti per andare a cercare un'erba medica che cresce vicino a un lago oltre le montagne, ci ha raccontato di un templio sperduto e inaccessibile che aveva visitato 50 anni fa e un giorno, due anni fa, era andato a vedere ancora perche' aveva tempo libero: una settimana di viaggio per scoprire che i dipinti erano ancora intatti e il piccolo quarzo che aveva lasciato li tanti anni prima non era stato toccato da nessuno. E parlava con voce bassa e lenta, alternando pause e silenzi a semplici, piccole pillole di verita'....guardandomi con sguardo incredibilmente dolce e infantile quasi come nel cercare una sorta di scusa alla propria semplicita'....dice che tanti anni fa era stato a Parigi a trovare la sua figlia ma ha avuto paura di tutte quelle macchine e di cosi' tanta gente. L'anno scorso suo figlio lo aveva invitato a trasferirsi a Ulan Bator ma dopo una notte chiuso in un appartamento e' rimontato in sella al suo fedele cavallo e se ne e' tornato nella sua yurta ai piedi delle grandi montagne, aspettando il suo amico che era andato a vedere come stavano i cavalli nell'altra valle..."entro domani sera dovrebbe essere di ritorno, spero che il piccolo pony si sia ripreso dalla ferita"....e poi un bellissimo pranzo insieme a base di manzo e yak tagliato e mangiato a mano, vodka fatta da lui e sigaretta arrotolata....sguardi dolci e semplici, mani sporche che tagliano piccoli pezzettini di carne offerti con infinita gentilezza, foto di una vita passata a cavallo e sua figlia 18enne che ha la fama di essere la piu' veloce, forte e coraggiosa cavaliera (si dice?) di tutta la provincia di Tereghch e poi la vedi li timida e infagottata nel suo povero giubbotto consumato a dare da mangiare ai cani e al cammello.....

Roland lo aiutera' a ricostruire la staccionata del recinto nei prossimi giorni e ha sentito dire che in un villaggino piu' in la cercano un carpentiere che costruisca il tetto del nuovo asilo: non puo' rifiutare un aiuto al suo padrino mongolo e alla sua coraggiosa sorellina cavallerizza mongola....Roland ha piu' padri, madri, figli e fratelli di sangue in Mongolia che veri parenti in Olanda e si sente incredibilmente libero. Libero come il vaccaro arrivato a cavallo dall'altro versante del monte mentre eravamo a fare un giro in questa natura incredibile: piano piano il cavaliere scende il fianco della montagna, scende a valle e risale sull'altro monte dove eravamo noi. Era bellissimo nel suo cappotto tradizionale coi risvolti dorati, con gli stivaloni a punta rigirata all'insu' e il suo sguardo duro: una sigaretta insieme, la bella notizia che i suoi 16 cavalli due montagne piu' in la stanno bene e via....di nuovo ognuno per la sua strada....

e ti chiedi...stasera i gonzi americani in quale pub andranno? Le loro chiacchiere di sesso e droghe quante birre porteranno con se? Per fortuna domani c'hanno la visita organizzata a una yurta dove saranno completamente soli e si dovranno procurare il cibo in qualche supermercato lungo la strada.....

evviva il turismo che fa girare questa immensa macchina di soldi e regala sorrisi e benvenuti falsi, uguali e standardizzati per tutti.....giusto per portare a casa il ricordo di una vacanza meravigliosa: parli col tuo vicino di casa e poi scopri che anche lui ha vissuto la medesima esperienza, simile in tutto e per tutto....solo che magari ha pagato un po' di piu'

da parte mia...spero di trovare un altro Rolland lungo la strada che mi porti dai suoi fratelli mongoli che vivono in un'altra valle...o un'altra Su Juan nell'inculatissima e miserabile Qiqihaer o un'altra povera prostituta che lavora nei finti parrucchieri di Wenzhou per piangere insieme alla ricerca di un mondo piu' bello e buono per tutti...camminando e entrando in tutti quei vicolini che nessuna guida della Lonely Planet si sognera' mai di raccontare

Mia Asia, sei proprio bella e ricca proprio la dove tutti pensano di trovare solo sporco e poverta'....ma io sono contento cosi'

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