domenica 25 dicembre 2011

Natale a Ulan Bator 2

Mongolia, Ulaanbaatar: eccolo qua il Natale.....strade deserte di sera, e' mezzanotte passata. I ristoranti sono ormai tutti chiusi, si salva solo il "Venezia", il "Chung Chong" ristorante coreano sporchissimo e miserabile e un buuzzorante (fast food dove mangiare i Buuz, i ravioloni ripieni di carne tipici di qua). Al "Venezia", praticamente spopolato un giovane cliente in camicia bianca e cravatta pastrugna la passera di una cameriera che, come tutte le donne quaggiu', rimane passiva e immobile.
Traffico sotto la norma e comunque sembra una notte qualsiasi di un giorno della settimana qualsiasi.
Non piu' di una cinquantina di persone incontrate sulla Peace Avenue in circa 1 ora: alcuni signori di mezza eta', un gruppetto di giovanotti ubriachi, qualche entita' sparsa e isolata e una ragazzina in attesa di un taxi clandestino che mi vocia qualcosa e poi mi manda a fanculo non appena capisce che io non capisco il mongolo.
Due tipi annoiati sono stravaccati su delle poltroncine dentro un locale inidentificabile: un ufficio? un parrucchiere? un ristorante? un bordello? Le loro facce non tradiscono nessuna emozione positiva a parte noia, indifferenza, apatia, vuoto.

Due botti di petardi in lontananza, echi remoti, portati dal vento.
Una camionetta della polizia accende per un secondo le sirene e poi scivola sull'asfalto ghiacciato per un lungo tratto dopo una frenata secca.

Uno straniero con la sua ragazza si fa accompagnare svogliatamente da una giovane mongola verso chissa' quale locale: sembrano tutti abbastanza sfavati e la mongola cammina molti passi davanti a loro con aria insofferente e seccata.

Alla mia guesthouse i due finlandesi se ne stanno sul divano a organizzare il viaggio in Cina. Un nuovo tipo americano chatta su Facebook.

Ed io me ne sto qui a fumarmi una sigaretta, osservando dalla finestra un miserabile giardinetto ghiacciato.

Tutta qua la notte di Natale di Ulaanbaatar.








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